Dici metal, aggiungi le fisarmoniche, pensi al folk metal caciarone da birraioli danzerecci. E invece questi Путь ("Cammino" in russo) propongono un riuscito black metal atmosferico dalle venature melodiche in cui l'aerofono più amato dai paesini meridionali si incastra alla perfezione nelle composizioni di Песни Смерти ("Canzoni della morte"), senza risultare mai forzato o fuori posto.
Nel black vecchio stile di В чертоге белом ("Nella sala bianca") ad esempio possiamo ammirare un riuscito duetto tra tale strumento e le zanzarate dissonanti malvagie, così come è la protagonista della più variegata Цветы зла ("I fiori del male"), tra falò, droni, acustiche e linee heavy metal. In Прометей ("Prometeo") la vena melodica prende invece il sopravvento, consegnandoci un bel momento epico, veloce e trascinante come pochi.
Se invece nelle due parti della finale Культ ("Culto") abbiamo anche inserti blackgaze su bassoni metallici e onnipresente melodie scandinave novantiane, in Волос твоих пепел, Рахиль ("La cenere dei tuoi capelli, Rachele") a fare la comparsa è una riuscita corrente death metal, sempre proveniente dal nord europa melodico e malinconico.
Sbucato un po' dal nulla, come la baita in mezzo ad una foresta innevata della copertina, questo Песни смерти sa decisamente il fatto suo e, al netto di una scelta "estrema" relativamente ben conosciuta e non eccessivamente originale, dà prova di un debutto molto più che discreto con buone promesse per il futuro.
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