In un mondo in cui si sfiorano i 50 gradi in Europa e spuntano incendi grandi come piccole nazioni il modo migliore per resistere al clima opprimente che ci siamo creati è quello di crearsi una sedia di ghiaccio e bere pina colada fino a collassare. In alternativa, dati gli ovvi problemi logistici della soluzione appena proposta, c'è il melodic death metal zozzo e malvagio come World of Sorrows dei canadesi Dungeon Serpent.
La cosa che sorprende in positivo è il fatto che, pur nella sua crudezza old school, sono presenti soluzioni che non avrebbero affatto stonato in un lavoro più eterogeneo e smaliziato: Decay inizia veloce e vorticosa dove finisce la cupa, dissonante e rovente Necroscope, ma la proposta melodica/solista tira fuori delle atmosfere cosmiche che si potevano notare in certi dischi scandinavi della prima metà dei '90.
A cui si ricollega infatti Immortal Incubation con il suo piglio heavy alternato a momenti più ragionati e sapientemente dissonanti e repellenti. Cosmic Sorcery chiama in causa soluzioni marce e, volendo, progressive (soprattutto sui toni bassi) mentre la titletrack conclusiva osa una lunghissima variazione sul tema di più di 11 minuti, ora cupo, ora midtempo, ora rovente, poi dissonante, sempre epico e senza compromessi.
E forse osa un po' troppo: non è come il resto dei brani ma si sa comunque difendere. Detto ciò i Dungeon Serpent han tirato fuori un ottimo debutto ufficiale per un pubblico che non ha mai abbastanza death metal melodico. Se si riesce a superare la produzione estremamente cruda (qualora non rientrasse nei gusti principali) l'ascoltatore potrà apprezzare un lavoro fatto decisamente bene, trascinante e mai davvero banale.
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