Circa tre anni e mezzo fa gli Ottobrenero si presentarono al mondo con la loro personale versione di progressive metal: base death e inserti tributari agli Area, con un risultato finale (Mercurio) sicuramente buono ma non perfetto. Del resto avevano scelto un percorso difficile, con un gruppo con cui è difficilissimo misurarsi, e questo EP, Venerea, prova un po' a cambiare le carte in tavola.
In un certo senso, limitandosi ad alcuni brani come Se è solo dolore o Strade buie, si potrebbe pensare che gli Ottobrenero sono rimasti fedele al suono del disco d'esordio, tra prog metal moderno e cupo, shredding, riff stoppati, scream filtrato e voce italica alta e possente, forse leggermente "robotizzato" come la conclusiva A dicembre.
Eppure ascoltando bene Venerea possiamo incappare in Occchi stanchi, che al netto della costruzione tra lento bassone possente, distorsioni sgranate e ascendenze serrate ragionate, si fa notare soprattutto per un registro vocale vicino a quello che negli anni '70 avrebbero chiamato "pop", mentre la successiva Alpha Centauri si infila addirittura in territori che potremmo definire senza troppi problemi alternative metal da anni '90.
Non sono comunque influenze negative, e sono gestite molto bene dalla band, anche se complessivamente Venerea arriva un gradino sotto l'LP d'esordio, per quanto sia comunque un bel disco che si fa ascoltare bene. Anzi, andate sul loro bandcamp e preparatevi all'uscita del prossimo EP, "Idi".
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