Damián Antón Ojeda è un nome che può far scattare qualche campanello per chi bazzica la scena indipendente del black metal sperimentale figlio di quel blackgaze più eterodosso che tanto ha impazzato per gli anni 2010. Se il nome non vi suggerisce nulla stiamo parlando della mente di Sadness, che si è fatta notare con Leave ma soprattutto con l'ottimo I Want to Be There. E tra i suoi innumerevoli progetti abbiamo Trhä, un ottimo connubio di raw black metal atmosferico e vari tipi di dungeon synth, un po' come Old Nick ma decisamente più cupo e "true", per quanto l'aggettivo sia fuorviante, nonostante moniker, titoli e artwork che accompagnano l'album.
Si parte con Ljúshtaeshrhendlhë jecan glézma, che tra metallo nero velocissimo, atmosfere di melodie dissonanti e ripartenze blackthrash sembra guardare esclusivamente al passato più duro, nonostante un inserto di tastiera sicuramente non buttato lì. Eppure già con Grã sôhhlen bem rhôn trhãthàs, nonostante l'inizio crudo e demoniaco, gli arrangiamenti tastierati sfociano senza troppi problemi nella musica da sessione di gioco di ruolo con ottimi risultati.
Non a caso è con Ödënthändelä vòn la gönmëtwa che cambiano decisamente le carte in tavola, nel senso che c'è sempre il black metal ma decisamente più folkish grazie all'intro da Super Nintendo e il continuo sinfonico tra vampiri e sigle da cartone animato satanista. E così via con le scampanalletate di Sëtrharhanlha (momenti minimal à la Mortiis, per intenderci) e infine Jadështahhdlha nudahhhana dëvét che porta all'estremo quanto detto: se il metal arriva a soluzioni timbriche e di produzione ai limiti del demo (ma con un impatto che molti LP si sognano) il tastierato torna ai livelli della terza traccia ma in maniera decisamente più scanzonata e volutamente esagerata.
Vat gëlénva!!! riesce a mettere d'accordo tutti: il blackster più classico e crudo, l'amante del sinfonico, quello a cui garba lo sperimentalismo o anche l'ascoltatore dei dischi più atmosferici, il tutto con una disinvoltura non da poco che consente alla proposta musicale di tirare fuori il meglio senza risultare ma forzata o fuori luogo, contemporaneamente classica e orientata alla novità. Ottimo lavoro.
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