Fa sempre piacere scoprire nuovi gruppi metal, teneri virgulti che si avventurano nei riff assassini del caos metallico guerresco. Poi in realtà gli Antichrist Siege Machine stanno in giro comunque da qualche annetto, anche singolarmente con altri progetti, ma dopo alcuni EP di antipasto sono arrivati al loro primo LP, Schism Perpetration che, sorpresa, è davvero bello.
Va detto che è difficile fare un disco personale in un genere così "antipatico" e poco dinamico, ma loro imparano la lezione delle singole correnti (black, death e grind) e tirano fuori roba come il grindblack casinista con break mortiferi di Hell Fire Reign, il cavalcone opprimente evolvente in blackthrash dentro una bara della titletrack o le lente andature di Cleaver From Flash ed Enduring Power che irrompono nell'attenzione dell'ascoltatore sommerso da valanghe di morte a sei corde e suoni gorgoglianti.
Come già detto, saltano subito all'orecchio le influenze più o meno punk di certi brani già citati, o come nella conclusione di Apocalyptic Despair e nelle ripartenze guerresche al sapore di cresta di Prime Mover, ma senza arrivare a somigliare ai Municipal Waste, qui non si festeggia: si soffre. Come nella caduta dal paradiso dritti all'inferno avvolgente di Utopian Hope, o nella produzione lo-fi che possiamo subire fin dalla prima traccia.
L'unico problema riguarda appunto la produzione, che è in un certo senso perfetta per questo tipo di metal ma decisamente ostica per chi ha bisogno di un minimo di pulizia per la comprensione delle linee strumentali. Chi invece vuole qualcosa di davvero estremo troverà in Schism Perpetration uno dei migliori dischi metal del 2019.
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