Uno non ci pensa, ma non solo dalla Finlandia arriva un sacco di doom metal, ma è anche praticamente la terra natale del funeral doom. Forse è per questo che questo Scars Across dei Convocation (aventi alla voce Marko Neuman dei Dark Buddha Rising) è così ben riuscito, nonostante sbuchi quasi più o meno dal nulla.
50 minuti divisi in 4 brani, il disco parte con Disposed che tra arpeggini minimali funerei, bassi gorgoglianti, voce sputata e tessuti di tastiere, è forse il brano più funereo del lotto. Dopo un quarto d'ora di sofferenza ben costruita arriva Ruins of Ourselves, che nonostante le lente distorsioni invocative iniziali parte subito in un ventoso vortice di riffoni doom più pesanti, ai limiti del death.
Così come più vicina al death doom è la successiva Allied Pows, grazie ai suoi pinch harmonics taglienti e pericolosi, fino ad arrivare ad avvistare addirittura i confini di un certo stoner estremo più anglofilo. Ci pensa comunque la titletrack finale a tornare nei territori iniziali: arpeggi distorti ripetitivi, tastierato ultraterreno, invocazioni a voce pulita e inserti di pianoforte maledetto horror.
La ricetta è semplice sulla carta, e gli ingredienti non sono molti, eppure Scars Across bilancia alla perfezione gli stessi e sa benissimo quando andare forte, quando rallentare, quando infilare i momenti più eterei e quando sbattere a terra e friggere tutto. All'inizio può sembrare un esercizio di stile molto ben riuscito, ma con gli ascolti dimostra una personalità e una capacità di far breccia non indifferente. Ottima maniera per iniziare un progetto.
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