È bello quando i gruppi musicali tengono fede al proprio moniker: magari con l'aumentare delle band trovarne uno giusto è sempre più difficile, ma con i brasiliani Somberland questo Pest'Ology è un'ottima dimostrazione di nera e cupa tristezza, niente di trascendentale ma composto e suonato alla maniera giusta.
Non c'è in realtà moltissimo da dire sulla base musicale, ascrivibile ad un black metal da fine anni '90 con scelte melodiche scandinave (Here Has No Place for God, Sadistic Instincts Arise), momenti lenti pesantoni quasi Mayhem (Wrath of the Tyrant), midtempo orrorifici (Fallen Angel) e dissonanze ben innestate su composizioni notturne (When Future No Matter).
L'esecuzione è però tutta volta a dare un'atmosfera di tristezza e malinconia, come un veloce titanismo contro l'ineluttabilità della vita, dove non manca neanche, se vogliamo dirla tutta, un certo ricorso all'epica (Forever Dark Wood). Non a caso molte scelte soliste, soprattutto in Dark Silence of Death, richiamano chiaramente all'heavy metal britannico di prima maniera.
Come detto prima, difficile che un lavoro del genere possa deludere l'ascoltatore. Forse quello abituato a costanti novità potrà dimenticarlo in fretta, ma non si può non ammettere che Pest'Ology sia decisamente un disco onesto, diretto e preciso nella sua missione fin dal principio.
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