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Il progetto Autokrator ha avuto un'evoluzione abbastanza definita: pur non perdendo l'attitudine atmosferica e fuori schema degli esordi ci si è progressivamente spinti verso un black/death metal massiccio e diretto fino all'attuale Persecution, fino ad ora la loro miglior pubblicazione.
L'episodio migliore è senza dubbio Antechristus, che ha anche lo spazio (quasi dieci minuti) per evoltere senza lacciuoli: death black chiuso e putrefatto, batteria in triggerblasting, fischi spettrali, arpeggiate storte scandinave, soventi serrate a precipizio esplosivo e un'aggressività ben dosata e calibrata. Molto bene anche per la successiva Caesar Nerva Traianus, marzialismi tra colpi di spada e legioni demoniache romane in un climax rituale guerresco.
Il resto dell'album si mantiene su buoni livelli alle stesse coordinate stilistiche, dal blackdeath veloce e graffiante di De Gloria Martyrum Et Confessorum alle dissonanze horror di DCLXVI, passando per la commistione doppio pedale/atmosferico lugubre tirato di The Great Persecution, che più fa pensare a quanto fatto nei primi lavori. Fa parziale eccezione Apocalypsis, una semplice conclusione di tamburi, trombe e latinorum ecclesiastico.
In sostanza i passi avanti sono innegabili e pur se non portano a un capolavoro Persecution fa la sua figura ed è decisamente consigliato agli amanti dell'estremo e delle blasfemie assortite, per un ascolto confortevole e di sicuro effetto.
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