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No Sun Rises - Harmisod

Immagine del redattore: Redazione Impatto RockRedazione Impatto Rock

Direttamente da Münster arriva questo simpatico quintetto dedito ad un black metal atmosferico, rarefatto ai limiti del post, che pure si concede qualche giro in sonorità più folkish e acustiche. La loro ultima fatica, Harmisod, ha un buon numero di punti positivi e qualcosa che lo ancora decisamente ai canoni del genere senza di fatto spostarsi molto, pur nella sua solidità.


NebellebeN è un po' un riassunto di tutto quello che sarà il disco nella sua parte più dura: tupatupa sinistro, atmosferico nero dritto e gelido, melodie vampiresche e graffianti, alternanze con passaggi granitici in 4/4 e riffoni pesanti e melodici in conclusione. Unter Tage è invece per buona metà un lento folk ambientale e minimale, tra strimpellate e voce femminile, che evolve a metà nella sua stessa vesione nera, pestona e gorgogliosa con tanto di finale epico e malinconico.


Tanz in fahlem Lichte è forse il brano più classico e crudo del lotto, e senza troppi compromessi si serra in un missile di maligna oscurità ripetitiva, ed è effettivamente più interessante la successiva In Trockener Erde (Bury Me): anche in questo caso si parte da un lentissimo folk quasi dronico dal sapore nordeuropeo per evolvere nel solito atmosferico melodico e poi in una meno solita scelta armonica storta ai limiti della dissonanza.


Con il finale di acusticismi delicati, falò e grilli nel bosco si chiude Harmisod e nel tirare le somme non possiamo non fare caso nè al fatto che la prima parte dell'album sia la migliore, nè che comunque i No Sun Rises fanno un buon lavoro di maniera senza voler sorprendere l'ascoltatore a tutti i costi, senza difetti di sorta ma senza veri e propri momenti che si faranno ricordare negli anni. C'è comunque fiducia e non poca, per cui bene così.


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