Logo ispirato ai Napalm Death, attitudine estetica a metà tra il terrorismo moderno e il poliziottesco doppiovintage, sonorità contemporanee che non disdegnano qualche soluzione più datata ma di buon effetto e soprattutto un genuino senso dello humor napolitanpopolare per una volta al servizio di rumorismi senza compromessi e blast beat spaccaossa. In poche parole Neapolitan Power Violence dei Napoli Violenta.
Fare grindcore nel 2021 significa principalmente appellarsi a due macrosoluzioni: modernismo di ispirazione metal o ispirazioni punk da cantina sudata e vocioni caciaroni. Nel primo caso si varia moltissimo tra il death prima maniera di Torso, il thrashettone veloce di No Woman no Grind, la conclusione slayerosa di 6ore 6ore 6rlz o le influenze heavy (addirittura melodiche) di The Cop Is Rotten.
Nei momenti più "punk" abbiamo invece il marcio di I Don't Need Sobriety, il pogo al muro di Diamonds and Crust, l'hardcore pestone di La Crime Napulitane, il grind sporco di Pulis In Hell o i rallentamenti fangosi di Delicate Sound of Grinder. Complessivamente potremmo dire che le influenze metalliche siano predominanti rispetto alla base hardcore, ma la crudezza del suono bilancia la scelta.
In un album pieno di citazioni, doppi sensi, battute di spirito e mazzate urlate in vicoli oscuri non fa una brutta figura neanche il medley cover di Breaking the Law on My Back, che anticipa la chiusura di un lavoro buono, ascoltabile, non trascendentale ma onesto. Ma il consiglio principale riguarda la dimensione live: se passano vicino casa vostra e vi va una serata a base di musica estrema ed estremamente terrona allora sapete dove andare.
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