Phobonoid, ovvero Lord Phobos, ovvero Michele Stocco, un trentino amante del black metal, dell'industrial e delle soluzioni e atmosfere spazialoidi che spesso si accompagnavano agli albori di questa particolare e spesso ostica commistione artistica. La caduta di Phobos è l'ultima fatica a cui fa capo questo progetto, ed è sicuramente un buon lavoro, che analizzeremo nel dettaglio.
Rispetto ad altre band e movimenti "space metal", qui si dà molta importanza al lato "nero" e metalloide, oltre che a quello elettronico: non che quest'ultimo manchi, anzi, ma già la titletrack si avvicina più al concetto di black metal classico ultratriggerato e minimale, così come il tremolo malinconico nella altrimenti rullata assassina di CoRot-7b, o la conclusiva A-Crono, che se non fosse per il tastierato dark ambient sarebbe comunque ascrivibile al black metal più marcio e inesorabile. Il tutto attraversato da un discreto piglio epico titanista, che male non fa.
Lord Phobos comunque ci sa decisamente fare anche con l'elettronica: che siano i synthoni incendiari di GU Psc b, il downtempo cupo distorto della massiccia MOA-192b, l'eco industrialoide di TrES-2b o la techno zozzona prestata allo sludge di WASP-17b, l'ascoltatore ha sempre la sensazione di trovarsi al posto giusto, senza le tamarrate fuori contesto che qualcuno potrebbe aspettarsi da una proposta del genere.
Poi certo, La caduta di Phobos non è perfetto: tecnicamente e formalmente ineccepibile, è comunque ancorato a determinate soluzioni già sviscerate in passato da altri artisti (Mysticum su tutti) e non aggiunge molto sul lato dell'originalità pura. Comunque, la bravura compositiva di Lord Phobos dà una grossa mano a rendere più che apprezzabile un lavoro che merita decisamente più di un ascolto da parte degli amanti dell'estremo.
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