C'è una specie di sottobosco mondiale di band che mischiano thrash, speed, black e punk di vario tipo, che ha una certa espressione anche e soprattutto in Italia con gruppi tipo Barbarian, Children of Technology, Bunker 66 e i qui presenti Hellcrash, che dalla Liguria presentano il rozzo e violento Krvcifix Invertör con cui prendere a martellate i nostri timpani.
La prima parte dell'album mette subito le cose in chiaro, dimostrando una certa varietà quantomeno esecutiva della proposta, che si manifesta in momenti più heavy e stradaioli (Hordes of Satan), solismi old style per assalti speed (Into the Necropolis), sparatone blackthrash marcio (Evil Executioner) e un sacco di ispirazione slayeriana prima maniera, come War Against Christ.
Poi purtroppo si adagia un po', e magari per un lavoro di quasi cinquanta minuti può essere un problema, per quanto l'essere diretti e senza fronzoli aiuta la fruizione dell'LP. Fortunatamente arriva Mephistopheles che risolleva tutto: alle solite cavalcate zanzarose si aggiungono giri puramente epic metal di matrice statunitense messe di fianco a ripartenze degne dei Motörhead, con un rock 'n roll annerito e demoniaco per quello che è forse il brano migliore del lotto.
Ottima comfort zone per i fan di gruppi e correnti citate, gli altri potrebbero ignorarlo anche di fronte alla produzione che contribuisce all'atmosfera, che un profano bollerà come "caotica" e rumorosa come poche. Insomma, con Krvcifix Invertör sai quel che trovi, o che vuoi evitare.
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