Tornano i Thecodontion con il loro "prehistoric metal of death", ovvero un war metal che parla di giganti rettili estinti, suonato con due bassi ultradistorti al posto delle chitarre, urlato come un troglodita punk incazzoso.
Il qui presente Jurassic si apre con Normannognathus Wellnhoferi (Crests), dedicata all'omonimo pterodattilo crestato, ed è forse il brano più hardcore e punkettone del lotto, bello zompettoso e malvagio. Si continua con Rhamphorhynchus Muensteri (Wingset), altro rettile alato, in questo caso sconfinante ampiamente in territori war metal ai limiti dell'epico.
Barosaurus Lentus (Sundance Sea Stratigraphy) è invece quasi ironica: un guerresco velocissimo e brutale per uno dei dinosauri più massicci di sempre. Con la stessa ironia l'EP si chiude dopo neanche 10 minuti con Breviparopus Taghbaloutensis (Legacy of the Trackmaker Unknown), il cui iconico lento incedere viene narrato dalla traccia più classicamente black metal delle quattro, tra tremolii quasi gelidi e urla zombesche.
Migliorati nelle sonorità e nella comprensione complessiva della proposta, i Thecodontion mostrano enormi margini di miglioramento per un eventuale LP futuro. Chiaro che, viste le strutture delle composizioni, difficilmente si possano superare i 25 minuti di long playing, ma anche in caso contrario non dovrebbero esserci difetti di sorta.
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