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Immagine del redattoreImpatto Rock Napoli

[INTERVISTA] ROT - Revolution of Two

-Oggi per IMPATTO ROCK WEBZINE intervistiamo i grandi ROT, ragazzi come state? Potetr scrivere qualche riga di messaggio per coloro i quali non vi conoscono? -Ciao! Tutto bene…ed è una gran cosa in questo periodo hahaha! Noi siamo i ROT e siamo un trio di Cassino, facciamo un mix di death metal moderno, melodico e tecnico. La nostra particolarità è che non abbiamo batterista e bassista e quindi la nostra performance live non rientra tra quelle tradizionali hahah ma a noi piace così per il momento!

- Sappiamo della situazione che cista in giro in questo momento, ma meglio "sdamatizzare" ascoltando della buona musica non trovate? Iniziamo con la prima domanda : Che state ascoltando ultimamente? -Davvero di tutto! Ascoltiamo sempre molta musica e cerchiamo di scoprire sempre cose nuove, a tal punto che poi non ci ricordiamo i nomi hahah, per quanto mi riguarda (Luigi) sto approfondendo meglio band giapponesi come Undead Corporation e Fear and Loathing in Las Vegas e anche cose molto distanti dal metal come S3RL o God Is An Astronaut…Non c’è un motivo preciso a questa mia veduta nuova delle cose ma probabilmente ogni tanto sento il bisogno di esplorare cose fuori dal mio ordinario e nuovi stimoli al quale ispirarmi e penso che i giapponesi siano molto fuori di testa per certe cose…e mi attira questo modo di fare. Edoardo ultimamente ascolta molto deathcore e cose brutali come gli Slaughter To Prevail quindi roba che a livello vocale può solo ispirarlo per la “mostruosità” di certi cantanti nel deathcore. Matteo a quanto so sta ascoltando i Ne Obliviscaris che sono molto nel suo stile infatti, quindi death/black metal molto sinfonico e orchestrale.

-Quale è stato il concept ed il processo compositivo dietro "Revolution Of Two"? -Revolution Of Two è stato per noi una rinascita, quasi una liberazione da anni di “sbattimenti” e reset del nostro precedente progetto, penso che parlare di questo sia fondamentale per capire come è venuto fuori l’album. Io e Edoardo ci siamo conosciuti nel 2014 quando mi ero messo in testa di fare una band seria, al tempo però il nostro genere era post hardcore influenzato anche un po' dall’heavy metal…Adoravamo scrivere inediti e ne abbiamo composti veramente tanti in quegli anni, il problema è che nessuno di questi riusciva a vedere la luce per via dei classici pesi morti nel gruppo o persone brave solo a parlare, quindi ci siamo trovati per anni a dover ricominciare da capo ma non riuscivamo a mettere un punto a quella situazione perché avevamo paura di trovarci senza componenti (Edoardo non cantava ancora all’epoca). Poi verso la fine del 2017 quando stavamo quasi per entrare in studio con la vecchia band sono successe un paio di cose che ci hanno dato la forza di allontanarci da tutti gli altri ed essere consapevoli che in due potevamo farcela e così è stato…Edoardo ha fatto pratica nel canto, Io ho imparato un po' a smanettare con i plugin e in pochi mesi Revolution Of Two era pronto…Il processo compositivo è stato molto fluido e naturale, avevamo anni di idee accumulate e cose da dire, il concept principale dei pezzi è appunto la rinascita intesa come uomo che si libera delle paure, degli impedimenti e diventa padrone di se stesso. I pezzi sono nati quasi tutti in camera mia jammando con Edoardo e poi perfezionando le idee man mano.

-Ma le vostre origini artistiche? Quando avete iniziato a interessarvi al Modern Melodic Death Metal? Almeno così noi vogliamo definire il vostro eterogeneo sound Grazie mille per l’eterogeneo, a noi fa piacere che le persone colgano le molteplici sfaccettature della nostra musica. Beh il melodic death è stata una cosa degli ultimi anni…Precedentemente ascoltavamo cose molto diverse, Edoardo era un nu metallaro da come lo ricordo io hahah…amante degli Slipknot e i Korn, Matteo ascoltava metalcore, dai Bring Me The Horizon ai Born Of Osiris (che io ho rivalutato solo negli ultimi tempi), io ho avuto un percorso molto ramificato invece hahaha, ma il genere da cui ho iniziato ad essere preso di più e ad appassionarmi seriamente alla musica è stato il post hardcore dei Falling In Reverse…Mi piaceva appunto la loro eterogeneità, poi da loro ho scoperto tanti altri gruppi e sono passato ai “dinosauri” del metal, quindi Iron Maiden, Helloween e tutte le cose con galoppate e chitarre armonizzate Lo step verso il metal estremo è stato quando con Edoardo abbiamo scoperto gli Avatar, una band svedese che negli ultimi anni sta facendo parecchie belle cose e che ci hanno colpiti per il loro stile sempre diverso e originale e la loro tecnica tutt’altro esibizionistica. Dopo una grande fissa per loro abbiamo iniziato a scoprire tutto il panorama death, technical death e prog death…Dai maestri come Death e Obscura fino alle perle degli ultimi anni come Persefone, Alkaloid e Ne Obliviscaris e da lì è nata poi una curiosità infinita per ogni cosa e stile e abbiamo sempre cercato di immagazzinare più spunti possibili per i nostri brani.

-A che cosa vi ispirate quando scrivete i testi delle canzoni? Allora dipende. Ci sono due tipi di processi creativi per i testi, c’è il testo “sentito” che è quello che non programmi di scrivere ma che dopo un particolare evento o un pensiero o anche un sogno devi assolutamente raccontarlo e ti metti a scrivere guidato dall’ispirazione e dal cuore ovunque ti trovi, poi si riadatta alla canzone e si registra. Poi c’è il testo più programmato che usiamo per parlare di cose che ci piacciono e solitamente ci ispiriamo a film, anime, manga e videogiochi…Lo facciamo sempre nel nostro stile, però, quindi metaforizzando molte cose e cercando sempre un significato “importante” sul quale riflettere. Ad esempio Kaiju è un tributo a Godzilla ma vuole anche parlare dell’uomo che si impone erroneamente padrone di questo mondo, oppure Bejelit ispirato a Berserk ma che riflette anche sul “sogno” di un uomo e dei sacrifici che è disposto a fare per realizzarlo.

-Domanda di rito, a quando il vostro prossimo album? NO Scherzo raccontaci com'è nato il nome "Revolution Of Two" Hahahhahah beh non è troppo lontano il prossimo disco, ci sono tante cose in cantiere e molte strumentali sono già pronte…Ma ovviamente non sappiamo ancora il quando. Il nome Revolution Of Two come detto prima è riferito alla nostra rinascita con questo progetto e al fatto che al momento della formazione di questo gruppo eravamo in due. Però il nome non è venuto dal nostro inconscio ma da una canzone degli Avatar, del loro album omonimo. La canzone appunto si chiama Revolution Of Two ed è probabilmente la nostra preferita, ci rappresenta a pieno musicalmente e concettualmente. è bellissima, davvero, ascoltatela hahah.

-In Italia il Metal è diventato un genere sempre più difficoltoso o c’è ancora mercato secondo voi? Troppo settoriale? è un discorso con il quale combattiamo tutti i giorni e al quale è difficile trovare una risposta precisa. La scena c’è anche, noi abitiamo in una piccola citta eppure ai concerti si è creata una bella fetta di pubblico, il problema è che in altri posti non è così..Anche in città più grandi (non faccio nomi) c’è una sorta di pigrizia da parte delle persone che non hanno voglia di andare ai concerti, magari spendere 5 euro per il biglietto o 10 euro per una maglietta. E molte band tendono a creare una sorta di rivalità con le altre e questo non può che arrecare danni alla scena. È abbastanza difficile vivere di musica qui, soprattutto metal e lo sto provando sulla mia pelle dato che su 500 600 locali che contatti te ne rispondono 2 3 per dirti che hanno chiuso. Poi magari se trovi chi ti fa suonare ti paga con un piatto di pasta (a noi va benissimo lo stesso) però questo non porta nessun beneficio ad un ragazzo che vuole vivere di questo, noi lo facciamo per la notorietà, per far sapere che esistiamo e per divertirci, ma credo che se vogliamo davvero trasformarlo in un lavoro dobbiamo creare la nostra forza online per poi andare all’estero e vedere come si muovono lì le cose. È triste ma attualmente non trovo soluzioni qui.

-Quali sono i gruppi che al di fuori del vostro genere, in qualche modo vi danno ispirazione? Ah bene, ho anticipato questa cosa prima. Comunque per quanto mi riguardo sto ascoltando musica elettronica o giapponese quindi come detto prima, S3RL ma ci sono anche Little Big, Wagakki Band, Pass Code e tanti altri. La cosa che mi ispira è sempre l’originalità e l’energia che trasmettono le canzoni. Matteo sta ascoltando molta musica classica di vario tipo ultimamente e cechiamo di integrare questa cosa nelle orchestrazioni e nelle intro dei nuovi pezzi.

-Quali sono i brani che più vi rappresentano? Intendi della band o brani di altri artisti? Ti risponderò a entrambe le cose hahah! Per quanto riguarda i nostri brani sono di sicuro Aut Aut per la tematica delle scelte da affrontare nella vita, scelte che non sai a cosa ti porteranno, come quella di ricominciare in due appunto e Bejelit per il fattore del sogno che noi stessi stiamo vivendo e ogni giorno dobbiamo sacrificare delle cose per fare un passetto in avanti verso il nostro obbiettivo. Per quanto riguarda brani di altri artisti direi subito Revolution Of Two degli Avatar, The Drug In Me Is You dei Falling In Reverse (perché il nostro primissimo gruppo è iniziato da lì) e The Majestic Of Gaia dei Persefone perché ne siamo affascinati tutti e tre e ogni volta che la ascoltiamo non abbiamo mai abbastanza termini per commentare.

-Per Ultimo, salutate i nostri lettori come ad un fine live, ringraziandovi pe rla vostra musica e pe rla vostra disponibilità Vi ringraziamo per aver seguito l’intervista fino alla fine, mi rendo conto di parlare un po' troppo a volte hahah e ringraziamo voi di Impatto Rock per averci dato questo spazio, per noi è importante aprirci con il pubblico e far conoscere cosa c’è dietro le nostre canzoni, speriamo di vederci presto in giro per l’Italia, epidemie permettendo, Ciao!



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