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Immagine del redattoreImpatto Rock Napoli

[INTERVISTA] Genus Ordinis Dei @ Caserta Metal Fest (Marianna Silvestri)

8 novembre 2018: il "Caserta Metal Fest" arriva sul palco del People Music Club, trascinando con sé una doverosa quantità di energia, fomento e chiome che si scatenano a ritmo di doppio pedale. Le band che hanno preso parte al Bill di una serata all'insegna del delirio più totale si sono mosse non solo da Caserta, ma da più parti della Campania (come Avellino e Salerno), da Roma e, dulcis in fundo, abbiamo avuto l'ONORE di assistere all'esibizione dei GENUS ORDINIS DEI, direttamente da Crema! Per chi non li conoscesse, i Genus Ordinis Dei sono una band che propone un Symphonic death metal che composta da Nick Key (Vox, Guitar) , Tommy Mastermind (Guitar, orchestra), Richard Meiz (drum) e Steven F. Olda (basso) che non era presente perché impegnato in tour per alcune date dei Lacuna Coil.

A sostituirlo c'era Dann (Danilo Arisi), bassista degli Avelion (giusto per nominare uno dei suoi vari progetti) e grande musicista! Dal 2011 ad oggi la band ci "emoziona" con i brani composti da giovani musicisti che vantano una formazione professionale costruita nelle più rispettate accademie musicali (quali RGA, MMI, NAM). La loro discografia inizia con la pubblicazione del 1° album, totalmente "self-produced", "The Middle" uscito la prima volta nel 2013 e poi ripubblicato dopo una post produzione nel 2016. Gli succede la pubblicazione dell' EP nel 2016 e, per finire, quella del loro ultimo album "Great Olden Dinasty" pubblicato ufficialmente il 24 Novembre 2017, con la collaborazione di Cristina Scabbia nella traccia intitolata "Salem".

Inoltre i GOD hanno accettato con entusiasmo di rispondere a qualche domanda. L'intervista si apre con la descrizione del background di ogni singolo componente, che ringrazia i familiari (soprattutto i papà) per averli introdotti in questo fantastico mondo che è la musica. Ci racconta Nick del "viaggio" fatto percorrendo i passi di questa tortuosa strada, inizialmente insieme al suo amico d'infanzia, nonché chitarrista del gruppo Tommy, quand'è stata regalata dal padre di quest'ultimo la loro prima chitarra, gesto che ha dato inizio ad un lungo e bellissimo percorso. Così nascerà dopo anni il progetto Genus Ordinis Dei, ma se c'è una domanda che mi sono posta è: "da dove nasce questo nome?". I ragazzi mi hanno illuminato spiegandomi di come inizialmente volessero chiamarsi solo usando il loro acronimo "GOD", ma, riportando le loro parole, "non ci avrebbe trovato nessuno, non potevamo essere più famosi di Gesù Cristo" (Nick).

Il nome deriva in realtà dal primo album inizialmente intitolato "Genus Ordinis Dei, The Middle", che poi diventò bene solo the Middle dopo che i ragazzi acquisirono la prima parte del titolo come nome del gruppo nonché acronimo di GOD... Nome sobrio non trovate? Il Symphonic death metal è sicuramente un genere complesso e, nelle varie produzioni dei GOD, ha subito contaminazioni, arricchendosi con le caratteristiche proprie di ogni genere/gruppo che influenza la composizione della band e dei componenti.



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Ognuno di loro ha una formazione musicale che attinge a generi differenti: i somiglianti sono sempre Nick e Tommy, provenienti dai classici, spaziando tra il Power e l'Epic. Iron Maiden e Manowar i gruppi portanti, Tommy più orientato verso gli Iron Maiden (innamorandosi successivamente di gruppi soliti utilizzare le orchestrazioni, quali Nightwish, Rhapsody of Fire... Che sono poi diventate la sua passione a livello compositivo) mentre Nick più Manowar. Quest'ultimo sarà poi ispirato a livello vocale dal potente timbro di Randy Blythe, vocalist del Lamb of God e solo negli anni a venire da correnti più death. Richard è invece quello che proviene da un panorama diverso, più ritmico e moderno, gruppi più djent e prog, rock e classici, non un vero "amante del doppio pedale" (Richard).

Tutte queste differenze hanno contribuito a rendere la composizione del gruppo unica e variegata grazie anche ad un'organizzazione ben precisa, affidata principalmente a Tommy e Richard, aggiuntosi molto più tardi, portando di certo novità ed idee che hanno fatto la differenza. Come già accennato precedentemente, Tommy è responsabile delle orchestrazioni e della parte melodica. Richard non contribuisce solo da questo punto di vista, strimpellando la chitarra anche se a suo dire "le note non le sa neanche per finta" ma ha anche preso in mano la stesura dei testi. Poco comune che il batterista si occupi di tale incarico, a questa affermazione Richard risponde, ironicamente, che è evidentemente l'unico che ha qualcosa da dire. Inizialmente i due principali compositori non erano pienamente d'accordo su ogni aspetto, ANZI. Poi però all'uscita del disco tutti i commenti li hanno lasciati parecchio soddisfatti e finalmente quest'anno sono riusciti a collaborare COMPLETAMENTE sfornando un singolo composto di COMUNE accordo in tutto e per tutto


Questo è lo spoiler che ci fa Richard, avvertendo i fan di prepararsi perché finalmente sono arrivati ad un livello di sinergia tale che gli permette di lavorare e produrre come non mai, portando il gruppo verso la giusta direzione che, dal primo album ad oggi, si sta evolvendo ed arricchendo, lasciando i ragazzi più che soddisfatti del loro lavoro. "Il difficile sta nel fatto che più cresci più aumentano le responsabilità, gli impegni e gli investimenti, situazione che pesa ma che è d'obbligo quando marci nella giusta direzione" (Nick).

8 novembre 2017. Facciamo un salto temporale e torniamo indietro di un anno. In questo giorno veniva pubblicato su YouTube il video di "Cold Water", pezzo appartenente all'ultimo album "Great Olden Dinasty". Ad esattamente un anno di distanza, i GOD ci raccontano di come hanno vissuto l'esperienza di girare un video così impegnativo e da dove nasce l'idea. Nick, fiero di aver preso parte alla composizione di questo pezzo, racconta dell'idea di narrare una sventurata spedizione che porta un uomo alla pazzia e al cannibalismo. La base di ripresa è stata la sua casa sulle Dolomiti, che vantano un paesaggio mozzafiato.

Sicuramente girarlo è stata un'esperienza tanto emozionante quanto rischiosa: i ragazzi sono stati sottoposti a grande sforzo fisico, dovendo camminare in continuazione su quasi un metro di neve fresca, ma anche a rischi, in quanto grazie alle riprese fatte attraverso un drone si può vedere come si siano ritrovati spesso molto vicini a degli strapiombi, senza conoscere effettivamente dove finisse la terra ed iniziasse la caduta verso una sorte non proprio meravigliosa. I ragazzi, nonostante la più che comprensibile ansia e paura, sono riusciti a completare l'opera, realizzando un video musicale estremo. Nell'ultimo album è presente anche la canzone "Salem" in collaborazione con Cristina Scabbia, definita dai GOD "grande professionista", adatta al pezzo per il quale cercavano una voce potente e d'impatto e per "spezzare da questo qua (Nick) che rutta da mezz'ora" (Richard), pensata anche per dare un tocco "rosa" a "Great Olden Dinasty". Talmente convinti della loro scelta, i ragazzi erano pronti a rinunciare al pezzo semmai la vocalist del Lacuna Coil non avesse accettato di collaborare. Lei fortunatamente si rese disponibile, sollevando gli animi timidi del Genus, che raccontano di un'esperienza "mostruosa", ringraziandola per questo aiuto prezioso. Nonostante la carriera musicale dei GOD stia spiccando il volo, loro si considerano ancora parte integrante dell'underground italiano, descritto da loro stessi come una "piscina molto profonda" nella quale, durante la loro crescita, hanno fatto sicuramente qualche bracciata verso la superficie.

Nonostante il concetto di underground sia considerato positivo, parlando della scena italiana lo riconoscono come una realtà divisa in due: band che meriterebbero molto di più e band che dovrebbero rimboccarsi di più le maniche prima di pretendere determinati trattamenti.

G.O.D. on stage \m/


Proprio questi ultimi, secondo loro, dovrebbero imparare a non vedere l'underground come una condizione che gli permette di non prendere la musica e il "lavoro" del musicista seriamente. Riconoscono però tutto il lato positivo dell'underground, pieno di novità e talenti purtroppo nascosti. Sono dispiaciuti quindi per l'immagine che, per colpa di certe situazioni, si è creata, facendo apparire l'underground come un "buco dal quale non si vede l'ora di uscire" (Tommy), troppo pieno di competizione, dove i gruppi non pensano a supportare la musica ma a screditare "l'avversario". Ecco che l'underground diventa un discorso di professionalità. Si sa che i fan sono parte integrante della vita di un musicista, come si rapportano i GOD con i loro supporters? Si definiscono estremamente rispettosi e legati ai propri fan, cercando di comunicare con loro in tutti i modi, sapendo cosa vuol dire trovarsi dall'altra parte e cercando di dargli quello che loro vorrebbero dai loro idoli. Ovviamente più aumentano i fan e più diventa difficile, ma si impegnano con tutte le forze per farli sentire sempre al centro del loro successo ed anche i fan pensano ai nostri Genus, omaggiandoli con continui regali, il più delle volte CIBO. La vita del musicista è piena e variegata, meravigliosa e ricca di soddisfazioni: "la tua passione che si trasfigura sul palcoscenico per quei 50 minuti" (Richard).


Ma non è facile gestire i tempi, la fatica, l'impegno, la poca "ricompensa" iniziale che scoraggia, "è come vedere un bar che non funziona per 5 anni e poi pian piano cominci a vedere qualche birra" (Richard). Ogni live è un'emozione ma porta anche problemi, perché l'ansia da prestazione non passa mai. Così i GOD hanno raccontato vari episodi in cui non sapevano come gestire errori da palco, risolvendola un po' gettandola nel caos e un po' grazie al caro Tommy e alle sue doti di attore, mentre finge di avere problemi tecnici con jack, amplificatori, testate e chi più ne ha più ne metta (ha confessato anche di aver pensato di fingere uno svenimento).


Anche Dann ha partecipato all'intervista, raccontandoci come sta vivendo l'esperienza del tour con i GOD, parlando di quanto si sia trovato bene sia personalmente che professionalmente, descrivendoli come persone umili, spiritose, serie al bisogno e delle più competenti con cui ha lavorato, ma anche musicalmente, amando e trovandosi in sintonia con quello che fanno. Concludono l'intervista spoilerandoci i loro progetti futuri, quali un nuovo album e vari progetti ed opportunità definite da loro "ON THE ROAD" che siamo sicuramente ansiosi di scoprire al più presto. Sono io in primis eccitata ed onorata per aver avuto quest'opportunità e ringrazio i BULLISSIMI GENUS ORDINIS DEI per il loro tempo!

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