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Graziano Ciccarelli

Intervista a Marco Angelo

Ciao Marco Angelo, o meglio “Hooded Guitar", puoi raccontarci come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Ciao, grazie per avermi ospitato in quest'intervista. Ho cominciato a suonare quasi per caso, trovando una vecchia chitarra elettrica abbandonata in un magazzino vicino casa.

Dopo aver strimpellato poche note ne rimasi subito innamorato e da quel momento è cominciata per me una nuova vita.


Come nasce il tuo progetto musicale? Come nasce la passione per la chitarra e la musica rock? Ai tempi di scuola avevo un amico che ascoltava musica rock alternativa. Un giorno mi fece ascoltare qualcosa dei The Offspring ed in seguito decise di prestarmi alcuni cd di musica punk e rock. The Offspring e Nirvana furono le prime band che ascoltai e mi piacquero talmente tanto da decidere in seguito di formare la mia prima band.


Come descriveresti la tua musica a chi non ti ha mai ascoltato?

Il progetto "The Hooded Guitar" propone musica rock e metal strumentale, caratterizzata da assoli di chitarra, cercando di portare l'ascoltatore nel mezzo di atmosfere sonore di varia natura. Oltre a scrivere musica originale ,arrangio colonne sonore provenienti dal mondo del cinema, videogiochi ed anime giapponesi e le ripropongo in chiave strumentale.


Quale sono i musicisti e le band che ti hanno influenzato maggiormente?

Sicuramente i Nirvana sono una delle band che hanno caratterizzato il mio suono.

Mentre a livello prettamente chitarristico ho imparato molto dai dischi dei Van Halen, Extreme ed ascoltando chitarristi come Joe Satriani e Paul Gilbert.


Puoi raccontarci la tua esperienza al NAMM e la tua esibizione al Whisky a Go Go di Los Angeles? Nel 2016 ho avuto il grande piacere di partecipare al NAMM come chitarrista per l'azienda italiana Shiva Audio Devices. Un'esperienza incredibile che mi ha permesso di mettermi alla prova in uno scenario dove ho avuto l'opportunità di conoscere molte persone del settore, nonché artisti incredibili da tutto il mondo.

Al Whisky a Go Go è stato il coronamento di un sogno. Quel palco è stato calcato da autentiche leggende della storia della musica. Fuori dal locale era presente un manifesto che riassumeva gli eventi in programmazione. Il mio nome era accanto a nomi come Glenn Hughes, Zakk Wylde, Steve Vai e Jennifer Batten. Questo mi ha dato la carica per sconfiggere la tensione e fare un buon concerto dove il pubblico mi ha reso felice, apprezzando lo show. Suonare al Whiskey è qualcosa di unico e speciale. Una serata indimenticabile.


Il tuo curriculum ti ha visto accanto a nomi come Micheal Angelo Batio, Gus G e Paul Gilbert. Cosa ti hanno insegnato questi mostri del rock'n'roll e che esperienze ricordi?

Sicuramente da loro ho appreso che nella vita ,per raggiungere i propri obiettivi, bisogna avere grande costanza, mantenendo sempre i piedi per terra. Nonostante siano dei geni della musica, allo stesso tempo, sono persone molto semplici. La loro semplicità li rende delle grandi persone, oltre ad essere musicisti incredibili. Suonare con loro è un privilegio che ti mette in condizione di apprendere il loro approccio allo show ed al mondo musica in generale.

Tra gli aneddoti piu' particolari ricordo di un grande Paul Gilbert che a fine show mi rincorse per regalarmi un suo pick in memoria della serata trascorsa. Mitico.



Ci sono degli aneddoti particolari della vita in tour che ci vuoi raccontare e che ti mancano?

Della vita in tour manca sicuramente l'opportunità di fare nuove conoscenze. In questi anni abbiamo calcato i palchi assieme a molte altre band e suonato davanti a molti followers. Aver potuto creare un legame di amicizia o professionale con molti di loro mi rende onorato. Oltre a questo mi manca sicuramente l'opportunità di viaggiare e visitare il mondo, oltre ovviamente a suonare davanti al pubblico.

Un aneddoto divertente che posso raccontarti risale al nostro secondo tour Giapponese.

Io la chiamo "La notte del Karaoke". Io ed il mio tastierista Carl Anthony Lorenz eravamo a Tokyo la sera che precedeva il primo show del tour. Durante la serata siamo finiti per caso in un karaoke bar. Si tratta di uno di quei posti che da fuori non riesci a capire cosa ti trovi all'interno. Eravamo solo noi due e qualche drink; una situazione magari noiosa ma che ci avrebbe permesso di passare una serata breve e tranquilla prima dell'inizio del tour. Ma non fu cosi. Di quell'inizio sera non ho particolari ricordi se non quello di esserci trovati ad un certo punto a saltare come dei matti, cantando al karaoke assieme ad una decina di giapponesi non esattamente sobri. Da quel momento si trasformò in una notte di baldoria memorabile tra Italia e Giappone(causa professionalità devo tralasciare volontariamente qualche dettaglio). Il giorno dopo fu dura...ma ne valse la pena. Il sorriso di una serata dal risvolto inaspettato ci accompagno' per tutto il tour.


4 pubblicazioni in studio, tante soddisfazioni, cosa vuoi dire alle persone che si avvicinano al mondo della musica?

Dico di credere nei propri sogni e di non abbattersi alle numerose difficoltà che si presenteranno davanti. L'amore e la passione per la musica vi aiuteranno a raggiungere i vostri obiettivi. Mai arrendersi.


Domanda banale: analogico o digitale? Puoi raccontarci che strumentazioni usi e quale è il tuo set up live? Dipende dalla situazione. Ho sempre adorato il suono analogico. In live utilizzo spesso testate valvolari (Soldano SLO100 ed EVH 5150) che mi permettono di avere un suono caldo che solo la valvola regala. Quando ci sono limiti di spazio e peso utilizzo invece dei sistemi digitali. Il digitale non mi da il suono dell'ampli a valvole ma, allo stesso tempo, mi permette di avere maggiore praticità e versatilità. In tour all'estero solitamente utilizzo un preamplificatore a pedale Bogner Ecstasy connesso a dei pedalini effetto sia analogici che digitali. In studio invece utilizzo un sistema a rack stereo vintage anni 80/90. Ogni situazione ha la sua differente configurazione diciamo.

I cavi che utilizzo sono prodotti da Evidence Audio, azienda americana di cui sono testimonial in Italia, capaci di mantenere integro il suono che dalla chitarra arriva all'amplificatore e che quindi rischierebbe di degradarsi passando in mezzo tra i vari pedali effetto in catena.

Le chitarre che uso sono costruite dalla liuteria italiana "Mojentale Custom Guitars" di Enrico Mojentale. Sono strumenti unici creati dalla grande passione di Enrico. L'ultima nata è la MJ1 Majistan, nonché la mia chitarra signature che ha esordito negli USA al Whisky a Go Go ,durante il tour americano.


A proposito di live, come la quarantena ha avuto effetto sulla tua carriera e sul tuo progetto?

Come tutti ho dovuto rivedere il mio progetto. Ho cominciato a concentrarmi maggiormente sull'aspetto web, producendo nuovi video e contenuti multimediali. Ho aperto una pagina twitter esclusivamente per il Giappone che mi sta dando molte soddisfazioni, dove periodicamente pubblico nuovi contenuti. Ho aperto nuove collaborazioni online e sto scrivendo musica per il nuovo disco. Nonostante il blocco dei concerti, mi tengo molto impegnato. Il lavoro non manca e di questo ne sono felice.


Ultima domanda, come ti vedi tra dieci anni? Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?

Francamente non so dove o cosa farò tra 10 anni. Il mio augurio è quello di continuare a fare musica, cercando di produrre nuove idee che possano essere apprezzate dal pubblico.


Ti lasciamo lo spazio per aggiungere quello che vuoi a conclusione di questa intervista?

Ringrazio tutta la redazione per questa intervista e desidero ringraziare tutti coloro che ogni giorno sostengono me e la mia musica, dandomi l'opportunità e l'entusiasmo di scrivere sempre cose nuove. Vi lascio con il mio motto : "Stay Hooded" !


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