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Immagine del redattoreRedazione Impatto Rock

Insaniam Convertunt - Falhena


Dei Falhena non possiamo dire molto prima di ascoltare Insaniam Convertunt, a parte che probabilmente sono di Torino, come possiamo notare dagli altri progetti dei membri tra cui spicca il batterista Summum Algor, molto attivo nella scena, che hanno un logo molto bello e che fanno black metal. In teoria anche per quello dobbiamo aspettare l'ascolto, perché ogni black metal fa giustamente storia a sè.


Non molto lungo e neanche particolarmente fuori schema, soprattutto nei suoi momenti più canonici come la old style The Circle o la spaccaossa titletrack, ma anche nelle melodie vampiresche di Mother Darkness, che comunque contribuiscono a creare una bella atmosfera da classica comfort zone da metal estremo seconda ondata, tra face paint e cantina umida e malsana.


Ma Insaniam Convertunt non è solo questo, perché se già le chitarre storte ai limiti di una psichedelia quasi shredding che aprono Voices Are Whispering possono far pensare a qualcosa di diverso, è Memories a spiazzare totalmente l'ascoltatore, con il suo heavy/thrash fischiante e cavalcante, nero nello scream e poco più, così come lo scapoccione della conclusiva Ritorneremo, che non disdegna un tremolo brutale e ossessivo.


Nel nero mare del metal estremo in Italia, almeno con questo buon debutto, i Falhena possono far valere la loro proposta, soprattutto agli amanti delle sonorità classiche e dirette, anche se per il futuro si spera in qualcosa di davvero innovativo e trascinante, senza che si perda la solidità compositiva che porta Insaniam Convertunt ad essere apprezzabile.

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