top of page
Cerca
Immagine del redattoreImpatto Rock Napoli

IMPATTO ROCK UNDERGROUND METAL FEST PT.2 - Le Interviste - Marianna Silvestri



Ad aprire le danze sono stati i Dispnea, una band black metal con influenze depressive proveniente da Napoli. Sono in attività da due anni, ma il progetto nasce dalle menti a loro dire "malate" del chitarrista e del cantante. Subito la sinergia tra i due si è fatta sentire, tanto che dalla prima volta che hanno iniziato a comporre, l'uno ha completato e realizzato l'immagine e l'idea che l'altro aveva in mente. Alla ricerca di un sound depressive ma allo stesso tempo violento, con il cambio di line up e l'entrata del nuovo batterista sono arrivati definitivamente a quello che volevano. Sono stati un trio per molto tempo ma ultimamente avvalendosi anche della collaborazione del bassista che impreziosisce ogni brano. A livello emotivo i Dispnea propongono un messaggio, sia a livello testuale che stilistico, che si basa sull'esperienza della vita reale dei musicisti che compongono il gruppo. Quello fatto all' "Underground Metal Fest" è stato il primo live del gruppo con la nuova formazione, ora i membri si concentrano sulla composizione, decisi ad incidere un EP quanto prima possibile. L'opinione sull'underground italiano può essere riassunto con una frase detta dal bassista del gruppo "è una guerra tra pezzenti". Secondo il gruppo ogni band dovrebbe pensare a crescere artisticamente e ad impegnarsi per farsi strada nel mondo della musica invece che interessarsi e criticare, dichiarare proprio "guerra" ai loro "concorrenti" che sarebbero poi le altre band che compongono la scena. Seguono gli Hypervenom, una band Doom/Stoner/Sludge prettamente strumentale di Salerno. Puntano tutto sull'emotivitá con suoni cupi, rallentati ma anche molto selvaggi. La difficoltà nel trasmettere emozioni senza una "voce narrante" ed un testo è indubbiamente maggiore, ma gli Hypervenom non sembrano trovare difficoltà nel trasmettere tutte le emozioni che durante la serata hanno letteralmente SCOSSO il pubblico. Da poco hanno pubblicato un album totalmente in digitale, sperano nel futuro immediato di poter pubblicare delle copie fisiche ed iniziare a muoversi su e giù per l'Italia per promuoverlo. L'underground italiano per il gruppo è ricco di gruppi validi e pieno di competizione, cosa che li spinge a a migliorare giorno dopo giorno. I Nebra, un gruppo storico della scena rock napoletana. È un progetto attivo dal 2006, hanno già un primo album e partecipazioni a delle compilation. Si definiscono una concept band che rielabora miti e leggende, soprattutto quelle napoletane ma anche di altri paesi. Ci comunicano la loro interpretazione dei messaggi che queste narrazioni vogliono trasmettere, e le loro riletture trovano sicuramente riscontro anche nei temi dell'attualità. È appena uscito il loro ultimo album che si intitola "Cuore Colpevole" Interessante è il coinvolgimento di vari artisti contemporanei appartenenti a tutti i campi, che hanno collaborato alla realizzazione a tutto tondo di questo capolavoro. Stanno ora promuovendo il disco, portandolo live il più possibile. Avendo 30 anni di esperienza alle spalle hanno potuto osservare il cambiamento della scena underground italiana che sta diventando ogni anno più complicata e difficoltosa. "Non si dà spazio alla musica, è oramai diventato tutto un business" Con queste parole i Nebra esprimono il loro rammarico nei confronti dell'argomento, sottolineando quanto sia sbagliato essere arrivati a sfruttare la musica in questo modo. Sicuramente le loro parole ci sono utili per analizzare la situazione più nel dettaglio, vista l'esperienza dei componenti che hanno potuto vivere sulla loro pelle questo cambiamento. E dopo gli Evil Never Di(acronimo di END) di Napoli, un progetto che parte dal 1990. Dopo vari cambi di line up, hanno trovato un equilibrio per portare avanti il loro progetto Thrash death metal. "Vogliamo trasmettere la rabbia che deriva dal rapporto con la società e dalle difficoltà che essa vuole imporre sul cammino delle persone" queste le parole del chitarrista nonché compositore del gruppo, così si rapportano gli E.N.D. a lato emotivo della musica. Sono ora a lavoro sulla stesura di nuovi pezzi che sperano di pubblicare ufficialemente dal 2019, sempre carichi e pronti a stupire i loro ascoltatori.

"L'underground esiste e cerca di resistere a locali sempre meno disponibili e ad un pubblico che diventa sempre più di nicchia", come per ogni altra band la critica nei confronti dell'underground non va ai musicisti, ma a chi li ascolta!

Gli headliner della serata sono stati o Throne, nati nel 2012, band Sludge Doom metal da Parma che ci hanno presentato il loro ultimo album "Consacrates"!

Dalle sonorità rallentate ma cattive e potenti, hanno fatto muovere le teste di tutto l'Happy Days! Le emozioni che trapelano dalle loro canzoni sono diverse e variegate, dipende dalla canzone, dal momento di stesura, dalle circostanze... Punto cardine sempre la rabbia nei confronti delle situazioni alle quali ci sottopone la vita. Variano sicuramente anche da album ad album, ad esempio l'ultimo uscito lo definiscono molto più "iconoclastico, non a presa estrema di posizione". Nel nuovo anno si prospetta la composizione di nuovi pezzi, un possibile split con una band austriaca (non sveliamo niente) e tanti altri progetti e sorprese! Definiscono il 2018 come il migliore anno passato a livello musicale e "di band", sperano nel 2019 di "replicare, ma all'ennesima potenza". "Il grandissimo problema dell'underground italiano non sono le band, che a nostro parere sono fortissime, ma le persone che ascoltano metal, che continuano a preferire le cover all'inedito". Vedono questa situazione come un loop continuo dal quale non riesci ad uscire e sicuramente le soddisfazioni più grandi sono arrivate grazie a concerti all'estero, dove una band del loro calibro non può che essere apprezzata ed elogiata!


68 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comentarios


bottom of page