Ormai un appuntamento quasi fisso qui su Impatto Rock, gli Stillness presentano la seconda uscita dell'anno, un LP dal minutaggio anche in realtà relativamente contenuto (meno di 45 minuti) per un lavoro sicuramente dinamico, che prende nei tempi e nelle quantità giuste le sonorità presentate nei lavori precedenti.
La prima parte di questo Hermit è forse più orientata all'anima folk e atmosferica del progetto, su tutte The Beginning of Spring, il salterello di Battle in the Sky o la dinamica Love Minstrel's Song, ai limiti della composizone prog multimovimento. Certo, anche qui ci sono i momenti duri, come la titletrack (che comunque alterna black atmosferico al solito folk nordico) o Awaiting, con tanto di riff stoppati e parlata massicciona heayv.
Ma è dal finale di Vernal Rain che si entra nel pesante: New Dawn introduce un'andatura epica quasi vecchia scuola, e la strumentale My World prepara, coi suoi riffoni, alla conclusione scapocciona in midtempo di Song From a Magical Land, con solismi heavy prog e conclusione a bombe di riff accentati da corna alzate.
Come già detto col precedente EP, L'uomo che creava le nuvole, gli Stillness sembrano finalmente aver trovato una quadra per la loro particolare proposta di black atmosferico, tra i Summoning e la composizione più classica moderna, per cui ci vuole una discreta pratica ed esperienza che Apathy L. sembra aver finalmente formato.
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