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Immagine del redattoreRedazione Impatto Rock

Hail to the Necrodoom - Gargoyle


Con l'inizio di Novembre quello che ci vuole è proprio un black metal horro zozzo e caciarone con qualche venatura heavy e doom, con quell'atmosfera da film coni mostri a maschera di gomma senza troppe pretese ma diretti e genuini, come il qui presente Hail to the Necrodoom dei reggini Gargoyle.


Ad accompagnare il disco per buona parte dello stesso è un tastierato organo horror che oltre a farsi notare spesso ha anche spazio in due tracce tutte sue: l'introduttiva Entering the Dream e Gate to Dimension of Forgotten Spirits. Che a livello di atmosfera fa il paio logico con il lento blackdoom marcio e ossessivo di The Whisperer in Darkness o il cavalcato midtempo più heavy di Nosferatu.


Ma l'ingrediente principale è il nero metallo, che sia l'old style della titletrack, quello più operistico e demoniaco di Lord of the Fog o meglio ancora lo scapoccione triggerblast brutale di Where Evil Spawns, con il tutto che arriva a fondersi bene nei rallentamenti di Necromantia in un climax di tremolo guitar nere e tastierati vampireschi.


L'album è grossomodo tutto così e fa piacere ascoltarlo, pur non sorprendendo più di tanto, forse con parziale eccezione della conclusione Glorification of Chernabog: un medieval folk minimale ben pesato e pensato. Per cui se avete un certo sfizio per la musica estrema e i temi orrorifici non sbagliate a prendere i Gargoyle.

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