E un po' dal nulla o quasi spunta un disco death doom come non si vedeva da un bel po' di tempo: non tanto in territori lerci e disperati come pensereste subito (tipo gli Asphyx) bensì più funerei e, in un certo senso, progressive. E la disinvoltura con cui gli Esogenesi passano per varie sonorità senza perdere tiro o mordente fa pensare ad un ensemble di gente che sa decisamente il fatto suo.
Non a caso l'intermezzo di ...Oltregenesi..., tra stratificazioni di chitarre ragionate e dinamica di ingressi metal si eleva dal semplice episodio interlocutorio a vera e propria composizione con un suo perché. Sembra quasi dividere in due il disco, con i primi brani (Abominio e Decadimento astrale) più orientati al funeral-death cigolante, ruggente e inesorabile, nonostante mostri già qualcosa di più eterogeneo tra intermezzi arpeggiati e bassismi rotondi.
Esilio nell'extramondo innesta in un andante mortifero soluzioni di armonie pinzonate funeree e cascate di doppiopedale massacrante, mentre Incarnazione della conoscenza alterna riusciti minimalismi di costruzione climatica a schitarrate marcissime dal sapore novantiano, per una coppia di composizioni che sa mostrarsi brutale e raffinata quando vuole senza contraddizione.
Nel formato giusto (meno di 40 minuti) per la pesantezza della proposta, cattivo nei suoni ma non esagerato come certe uscite volutamente sporchissime, il debut omonimo degli Esogenesi è una piccola gemma che come già detto coniuga durezza e ragionevolezza senza risultare mai stucchevole e senza rifugiarsi nella comunque apprezzabile violenza fuori di testa tipica del genere. Direi che è quasi un obbligo l'ascolto.
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