A pochi mesi da Horizons, inframmezzati da uno split con i Circle of Ouroborus, i Cénotaphe pubblicano un nuovo EP, il qui presente Empyrée, che continua in un certo senso il percorso black metal melodic/depressive, tra l'epica delle melodie heavy e la crudezza della produzione da cantina, anche se decisamente migliorata rispetto all'ultima uscita.
Centaures rende molto bene l'idea di quello che andremo a sentire: scream lamentoso, melodia triste di estrazione scandinava e riffoni crudi senza un attimo di tregua, Così la seguente Au sépuclre des astres spinge ancora di più il pedale dell'epica malvagia, tra cori, momenti arpeggiati distorti e tastierato scintilloso, cose che ritornano pure in Même mort, il brûle.
La tastiera, ad esempio, sa il fatto suo senza essere qualcosa di troppo sopra le righe: l'inizio dark ambient del trascinante vortice atmosferico Face aux feux d'un soleil porphyré ne è un ottimo esempio, così come lo è soprattutto la cover di End of the World degli Aphrodite's Child, in versione da lenta andatura horror di chitarre in un vortice di lisergie e pianofortini.
Come già detto i suoni non sono il massimo e sembra registrato da un tubo infilato in una cantina (scelta voluta, neanche tanto fuori tema), ma rispetto a Horizons è complessivamente più comprensibile. Il giudizio rimane simile: un bel lavoro a cui manca pochissimo per diventare davvero memorabile, sia dal lato del coinvolgimento che da quello della sofferenza che vuole esprimere.
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