Vent’anni di carriera per i Caliban, band che ha sempre viaggiato a livelli medio-alti nell'industria musicale, particolare che in qualche modo certifica la validità di un progetto oramai consolidato come forza metalcore tedesca. La band consolida i buon risultati avuti in questi anni e arriva a testa alta al traguardo dell’undicesimo album pubblicato tramite la prestigiosa Century Media: una release direi a celebrazione della loro carriera, formata da ben tredici canzoni (più due bonus tracks) ed intitolata “Elements”. Prosieguo ideale di “Gravity”, il sound è caratterizzato dall'immediatezza delle influenze Bring Me The Horizon comparse già nel passato recente. Particolarità di questa release, rispetto alle precedenti, sono una serie di collaborazioni e featuring di rilievo: per “Ich Blute Für Dich” prendono il microfono Sebastian ‘Sushi’ Biesler degli Eskimo Callboy e Matthi dei Nasty, in una potentissima posse track tutta tedesca che raggiunge il picco più alto del disco. CJ McMahon dei Thy Art Is Murder impreziosisce la melodica “Before Later Comes Never”, Brian ‘Head’ Welch dei Korn compare nell’inno nu-metal “Masquerade”. Anche il nu è oramai parte integrante dei Caliban per quanto concerne il sound; un gruppo che, riproponendo con convinzione il proprio metalcore rifinitissimo, iperprodotto e bombastico, vuole essere il più possibile accessibile e, grazie al loro grandissimo mestiere, l’obiettivo è centrato senza scivolare nella stucchevolezza. E’ proprio questo a rendere “Elements” un disco piacevole, senz’altro il migliore delle loro recenti produzioni.
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