Gabriele Gramaglia ha molto da dire, e dopo aver ottenuto già un certo seguito con i The Clearing Path con questi Cosmic Putrefaction si butta nel death metal, con una proposta moderna che in un certo senso rispecchia alcune soluzioni inevitabili o quasi per i progetti solisti, ma non disdegna il richiamo a certe sonorità più "classiche".
Ad esempio da questo punto di vista abbiamo The Acrimonoius Darkness, che tra riffoni thrash e vocione death growl sembra di essere in qualche umido scantinato della Florida dei primi anni '90 con gli alligatori e le lampadine appese. Stessa atmosfera che possiamo trovare nella prima parte di The Outermost Threat, mentre con The Unheard Shrieks e The Ruinous Downfall ci spostiamo avanti di un lustro per un death metal più sicuro dei propri mezzi e ben collaudato.
Sul lato della modernità e delle soluzioni meno in tema abbiamo invece altrettanta roba: l'asensione in tremolo del midtempo crescente di The Ancient Demagogue o il melodico ritmato maledetto di The Herald Prophecy, ma soprattutto la seconda parte della già citata The Outermost Threat, giusto equilibrio tra arrangiamenti di archi, pianoforte e death drone modulato e inesorabile.
At the Threshold of the Greatest Chasm è decisamente solido, tosto e coinciso, e pur se non dice niente di nuovo nel panorama estremo è sicuramente una prova di professionalità compositiva ed esecutiva degna dell'attenzione dell'ascoltatore.
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