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Immagine del redattoreRedazione Impatto Rock

Ancient Ruins - Ganondorf


Chiudiamo l'anno augurandovi buone sante feste con i Ganondorf, che vengono da Nulvi (Sassari) e di santo, almeno nella musica, hanno ben poco: un black metal dritto e veloce, classico ma non banale, con quei minimi cambi di copione che lo rendono più che godibile.


Nella prima parte di questo Ancient Ruins abbiamo appunto un classico black brutale tra blast beating, cavalcate e tremolo picking gelido, come dimostra la doppietta Ancient Ruin/Cursed Bells, mentre Ancestral Journey varia la dinamica tra epica nera da castello a picco sull'abisso e break midtempo con riff sgranati in un costante rallentamento malvagio.


Nella sconda invece le frequenze si spostano più verso un blackthrash violentissimo: nonostante l'inizio lento svervegese di Primordial Scream è tutto un miscuglio botte esplosioni e fischiate da bay area però priena di catrame, così come il ripetitivo successivo Thousand Holocausts. La conclusiva Ganondorf sorprende di nuovo con un bel gelido nero atmosferico, con tanto di lenti passaggi arpeggiati sgranati e batteria dritta nella bufera.


Se c'è un problema in questo Ancient Ruins è che ti lascia sul più bello, e dopo 27 minuti è già finito e ti aspettavi almeno un altro paio di brani sulla falsariga dell'ultimo, o una manciata di sfuriate thrashy, o qualsiasi cosa, ma l'unica cosa che rimane è l'acquolina in bocca. Peccato perché fila via come un missile di buona fattura che dimostra comunque la bravura dei Ganondorf.


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