70 minuti di musica old style, un muro che spaventerebbe sulle prime anche l'ascoltatore più incallito. Eppure i veronesi Blind Golem, pur senza davvero stupire, presentano un bel lavoro, decisamente ascoltabile e pieno di bei brani. La pasta sonora è l'hard rocl prog e lisergico tipico degli anni '70, e non è un caso che ci siano legami con gli Uriah Heep, dato che la formazione è basata sulla tribute band Forever Heep. Nonostante gli evidenti debiti, A Dream of Fantasy ha una sua personalità.
Devil in a Dream e Scarlet Eyes portano la bandiera dei brani più debitori, ma risultano anche tra i migliori del lotto, così come Living and Dying (nonostante gli inserti sintetizzati più moderni e ammiccanti), il pestone dritto fantasy di Pegasus o lo street/Rainbow di Sunbreaker.
Nei brani più folkish e strimpellati abbiamo invece i momenti sulla carta più personali, come The Gathering, A Spell and a Charm o il ballatone piano driven di Night of Broken Dreams, ma anche The Day Is Gone con la partecipazione del compianto Ken Hensley. Così come c'è spazio per un sinistro tastierato con modulazioni assortite in The Ghost of Eveline o veri e propri assalti compatti a sei corde all'inizio della ambiziosa Star of the Darkest Night.
Chi vorrà qualcosa di più di una comfort zone plurivintage otterrà poco dal seppure buono A Dream of Fantasy, mentre chi si non si fa problemi a indulgere nel passato troverà nei Blind Golem un ascolto più che Gradito. Per gli altri neutrali il lavoro in questione regalerà bei momenti, ben composti e senza troppe pretese.
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