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  • Immagine del redattoreRedazione Impatto Rock

Embryo - Le interviste a cura di Marianna Silvestri



25 gennaio 2019, per la primissima volta a Napoli abbiamo avuto l'onore di ricevere gli Embryo, band death metal affermata proveniente da Cremona.

Negli anni 2000 i ragazzi si sono incontrati e trovati accomunati dalla stessa passione per il death metal, così nasce questo gruppo, già da subito intenzionato a proporre un prodotto inedito e portare in giro la loro musica.

Dopo una demo, un promo ed un primo album, nel 2010 uscì quello che loro considerano il vero punto di partenza dal quale hanno seriamente preso una direzione e capito cosa fare, il titolo dell'album è "No God Slave", considerato "l'album della svolta, da qui abbiamo capito che volevamo prendere la band come più di un passatempo" (Roberto Pasolini-Vocals).

Da qui comincia la riscoperta del gruppo. Assistiamo all'uscita di un secondo album nel 2015 intitolato "Embyo" e, in fine, il loro ultimo prodotto uscito nel 2017 "A step beyond Divinity" che rappresenta una nuova svolta e cambiamento per il gruppo, che stravolge il tutto, a partire dall'idea di struttura delle canzoni, ai testi, alle tematiche, che girano intorno alla figura di Leonardo Da Vinci.

Sì chiude così per loro il capitolo del death metal classico: "Eravamo in Germania per il nostro tour nel 2015" racconta il chitarrista Eugenio Sambasile "quando mi è venuta quest'idea. Noi già usavamo l'immagine dell'Embrione di Leonardo, ho pensato che essendo italiani si potrebbe andare ad enfatizzare questa caratteristica e distaccarci così dai temi usati e riusati da tutti; e chi meglio di Leonardo da Vinci può rappresentare il genio italiano nell'arte? Ovviamente le difficoltà più grandi provengono dal fatto che lui è un personaggio rinascimentale e noi facciamo death metal, incastrare le due cose in maniera omogenea non è stato facile. Per riuscire a mettere in musica l'idea che mi frullava nella testa ho dovuto anche droppare la chitarra ed usare quella che si chiama scala "dorica" , ma con l'informazione giusta ricavata dai molteplici libri letti e tentativi su tentativi, sono riuscito a scrivere quasi tutto l'album. Una volta trovata la direzione, ho condiviso il tutto con Roberto che, informato a dovere su tutti i fronti, si è occupato delle metriche e dei testi".



Dal punto di vista emotivo, i ragazzi si sono concentrati sul lato umano dell'artista, non volendo condividere prettamente le grandi opere che egli aveva realizzato, ma esplorandone le pene passate durante la sua vita difficile, come figlio di un padre vedovo, come figliastro e poi come figlio abbandonato, ma soprattutto come artista, genio e visionario vissuto in un periodo dove la sua estrema inventiva ed intelligenza potevano essere viste solo come ERESIA. Insomma hanno rielaborato le difficili tappe della vita di Leonardo per tirare fuori brani straordinari.


Nel corso della loro carriera gli Embryo hanno avuto l'occasione di spostarsi molto per condividere la loro musica non solo in Italia, ma in tutta europa. Infatti iniziano nel 2014 con varie date tra Russia, Bielorussia, Lettonia e Lituania. Nello stesso anno partecipano a "Masters of Rock" nella Repubblica Ceca e al "Total Metal Fest" in Italia. Nel 2015 inizia il loro tour europeo diviso il due parti: la prima insieme ai Melechesh, ai Keep of Kalessin e ai Tribulation e la seconda con Nile e Suffocation. Le due parti del tour sono separate dalla partecipazione al "Metal Fest" nuovamente nella Repubblica Ceca. Per concludere, il gruppo ha partecipato al tour dei Nile insieme ai Mithridatic e ai Melechesh. Insomma i ragazzi hanno avuto l'occasione di girare un bel po' di città e riempire il loro bagaglio d'esperienza.



Anche agli Embryo ho posto la domanda fatidica che mi piace fare a tutte le band che intervisto, proprio per evidenziare le problematiche che al giorno d'oggi affliggono, purtroppo, il nostro panorama musicale. "COSA NE PENSATE DELLO SCENARIO UNDERGROUND ITALIANO?"

Dopo qualche minuto di riflessione e di silenzio tombale, iniziano il discorso con questa frase "bisognerebbe parlare di meno e suonare di più" e questa per loro è la base. Per i ragazzi oramai l'underground è sparito e, al di là del pubblico che non supporta più l'inedito piuttosto che la cover, si soffermano su un punto ancora non esaminato in altre interviste: la colpa va anche ai social network, che oramai hanno preso il controllo sopra ogni cosa. Alle persone non importa più andare a sentire questo o quest'altro gruppo, perché, con la condivisione virtuale, possono godersi tranquillamente lo spettacolo dal loro divano di casa. Ma il pubblico non è l'unico colpevole, le band stesse si preoccupano più di realizzare video da postare per guadagnare i cosiddetti "likes" che a comporre buona musica. Quindi possiamo dire che l'underground esiste, ma è virtuale. Sì è perso anche il tassello della promozione, infatti per loro le band danno per scontato che il pubblico le debba andare a sentire, quando è importante dare un motivo al pubblico per alzarsi dal divano ed andarli a vedere, questo è l'unico utilizzo intelligente che si può fare dei social, uno strumento utile quanto pericoloso, che deve essere usato solo come tramite e non come realtà alternativa. Inoltre i locali stanno sparendo, la gente non ha più voglia di muoversi per supportare qualcosa che hanno a portata di mano sui loro smartphone... Insomma, si capisce bene che i ragazzi sono scoraggiati dalla scena che l'Italia propone.


Infine, ho riservato l'ultima domanda all'ospite speciale della serata, Gabriel Pignata (bassista dei Destrage) che ha preso parte alla line up degli Embryo per questa serata ed altri live seguenti. Gabriel ci racconta nell'ultima domanda come sta vivendo questa esperienza e com'è effettivamente far parte degli Embryo: il bassista è sicuramente felice di poter suonare finalmente il genere da lui prediletto ma dal quale la vita, per una cosa o per un'altra, l'ha allontanato negli altri progetti musicali ai quali ha preso parte, oltretutto da una grande importanza a quello che è il rapporto umano, condividere spazi, tempo e palchi diversi con persone che non stimiamo a livello umano si può considerare masochismo, quindi si considera felice e fortunato di poter condividere quest'esperienza con persone come gli Embryo.


Sicuramente abbiamo avuto il piacere di prendere parte ad una serata sensazionale, i ragazzi hanno portato avanti una performance impeccabile, piena di energia, coinvolgimento ed inquietudine al punto giusto. Speriamo di poterli avere nuovamente con noi il prima possibile!


Marianna Silvestri.

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